Raniero Panzieri e i Quaderni Rossi

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Biografia

TreccaniDizionario Biografico degli Italiani – Volume 81

Raniero Panzieri (Roma, 14 febbraio 1921 – Torino, 9 ottobre 1964) è stato un sociologo, traduttore, saggista e politico italiano, teorico marxista, è considerato uno dei fondatori dell’operaismo.


Le opere

Raniero PanzieriScritti 1956-1960

Raniero PanzieriGli intellettuali di sinistra e i fatti dell’Ungheria

La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli sceglie di ricordare Raniero Panzieri scegliendo un testo, scritto nell’ottobre 1956 durante i giorni dell’invasione dell’Ungheria da parte delle trippe del Patto di Varsavia. La versione originale del testo è conservata nelle Carte Raniero Panzieri (fascicolo 24) di proprietà della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. L’ebook ospita anche due saggi inediti di Goffredo Fofi e Cesare Pianciola.

Lucio Libertini, Raniero PanzieriSette tesi sulla questione del controllo operaio

Nel movimento operaio è stata a lungo e in periodi successivi discussa la questione dei modi e dei tempi del passaggio al socialismo

Lucio Libertini, Raniero PanzieriTredici tesi sulla questione del partito di classe

La socialdemocrazia tedesca e il leninismo

Raniero PanzieriSull’uso capitalistico delle macchine nel neocapitalismo

Quaderni Rossihttps://www.machina-deriveapprodi.com/post/quaderni-rossi

Tutti i fascicoli in formato PDF


Saggi e recensioni

AGON Quaderno n.4 – Supplemento al n. 8 (gennaio-marzo 2015)

Galvano Della Volpe e il rapporto di solidarietà accademica con Panzieri – Debenedetti – Mazzarino

Aut Aut nuova serie149/150 settembre-dicembre 1975

Fascicolo speciale della rivista fondata da Enzo Paci, dedicato all’attualità teorico-politica di Raniero Panzieri e dei Quaderni rossi

Giovanni ArteroIl punto di Archimede

Biografia politica di Raniero Panzieri da Rodolfo Morandi ai “Quaderni Rossi”

Michele BattiniRaniero Panzieri: genealogia illuministica della critica del neocapitalismo

Dall’analisi delle carte di Panzieri depositate presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli emergono le prove del profondo rapporto tra il neomarxismo di Pazieri e l’Illuminismo.

Alfonso BelardinelliBisogna rileggere Panzieri per capire come sono nate le due sinistre italiane

A cinquant’anni dalla scomparsa di Raniero Panzieri (Roma 1921-Torino 1964), che fu dirigente socialista, condirettore della rivista Mondo operaio, poi collaboratore della Einaudi e fondatore dei Quaderni rossi, Cesare Pianciola gli dedica un breve libro: “Il marxismo militante di Raniero Panzieri” (Centro di Documentazione di Pistoia, 88 pp., 10 euro).

Richard DrakeVivere la rivoluzione

Raniero Panzieri, i Quaderni Rossi e la sinistra extraparlamentare

Daniele FrancoPaolo Ferrero, Raniero Panzieri un uomo di frontiera

Il 9 ottobre 1964 moriva, a soli quarantatre anni, Raniero Panzieri. Paolo Ferrero, in occasione del quarantesimo anniversario di questa ricorrenza, ha curato una ricca raccolta di interviste ad amici e compagni del fondatore dei Quaderni Rossi intitolata “Raniero Panzieri un uomo di frontiera”, con prefazione di Marco Revelli.

Marco RevelliSovversioni di un irregolare

Uno stralcio dalla postfazione al volume «Raniero Panzieri. L’iniziatore dell’altra sinistra», a cura di Paolo Ferrero per le edizioni Shake. A cento anni dalla nascita (14 febbraio 1921) del fondatore dei «Quaderni rossi»

Marco CerottoRaniero Panzieri e i «Quaderni rossi». Alle radici del neomarxismo italiano

L’introduzione del libro edito da DeriveApprodi (2021)

Marco CerottoL’opera intellettuale e l’attività di organizzatore culturale di Raniero Panzieri

Ebbene, il 14 febbraio di cento anni fa nasceva a Roma da una famiglia di origine ebraica Raniero Panzieri, militante e dirigente socialista sin dal 1944 e precursore della stagione operaista italiana sin dal 1958. Certo, i «Quaderni rossi» vengono fondati nel 1961, ma è il 1958 l’anno che simboleggia la rottura ufficiale con le organizzazioni storiche del movimento operaio, poiché furono pubblicate sulla rivista del Partito socialista «Mondo Operaio» le Sette tesi sulla questione del controllo operaio, le quali sancirono un punto di non ritorno nella travagliata biografia politica di Panzieri fungendo da autentica rivoluzione epistemologica.

Marco CerottoPanzieri a Francoforte. E poi subito a Torino

Marco Cerotto approfondisce una parte della diversificata genealogia che porta allo sviluppo del cosiddetto «neomarxismo» italiano. Lo fa in particolare attraverso la figura di Panzieri in relazione con le analisi della teoria critica francofortese, a cominciare da quelle di Friedrich Pollock. Per questa strada l’autore individua la specificità dell’operaismo italiano, nelle sue differenti espressioni, rispetto agli intellettuali francofortesi e alle loro tesi sull’alienazione consumistica e sull’integrazione della classe operaia.

Fabio CiabattiTra soggetto e oggetto, la classe operaia di Panzieri

L’opera intellettuale e l’attività di organizzatore culturale di Raniero Panzieri (Roma 1921 – Torino 1964) sono il punto di avvio del marxismo italiano che si sviluppa al di fuori delle organizzazioni storiche della classe operaia negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso e in particolare dell’operaismo, grazie soprattutto alla fondazione della rivista “Quaderni Rossi”, pubblicata dal 1961 al 1966. L’operaismo sarà successivamente associato principalmente ad altre figure intellettuali come Mario Tronti e Toni Negri, anche a causa della prematura scomparsa di Panzieri, avvenuta all’età di 43 anni.

Cristina Corradi Panzieri, Tronti, Negri: le diverse eredità dell’operaismo italiano

Il saggio mira a distinguere i profili teorici presenti all’interno dell’operaismo, la corrente del marxismo italiano che, negli anni ’60, si propone quale alternativa rivoluzionaria alla strategia togliattiana della via italiana al socialismo e alla politica culturale del Pci che adotta una problematica democratica, antifascista e populista in luogo di una problematica socialista, marxista, operaia.

Sergio DalmassoRaniero Panzieri socialista

Per la mia generazione (schematizzando, sessantottina) Panzieri è il fondatore dei “Quaderni rossi”, rivista alla base della riscoperta di un marxismo che torna alle fonti contro interpretazioni scolastiche e dogmatiche, della centralità del lavoro, della priorità della tematica di classe contro quella politicista o istituzionale, un cardine del tentativo di costruzione della nuova sinistra.

Sergio Dalmassorecensione del libro di Paolo Ferrero

La ripubblicazione di questo testo, ampliato ed aggiornato, costituisce uno dei pochi segni di interesse per il centenario della nascita di Panzieri che non ha prodotto dibattito, confronti, ricordi, anche valutazioni critiche che una pietra miliare nella storia della sinistra italiana avrebbe meritato. Anche Panzieri è stato colpito dalla amnesia che ormai avvolge personaggi e fasi di quello che fu il movimento operaio più interessante e originale a livello europeo. In qualche raro caso, la sua figura è stata ricordata per la fase più significativa, quella dei “Quaderni rossi”, dal 1961, letti semplicisticamente come prodromo dell’operaismo, dimenticando tutta l’attività politica precedente nasce nell’immediato dopoguerra, nel PSI, su posizioni morandiane (nella fase dei Consigli di gestione), prosegue a Messina presso la cattedra di Galvano Della Volpe e nel PSI siciliano impegnato nell’occupazione delle terre.

Sergio DalmassoLa ricerca di un’altra via. Le sette tesi sul controllo operaio di Panzieri e Libertini

Nel febbraio ‘56, “Mondo operaio” pubblica le “Sette tesi sulla questione del controllo operaio” di Raniero Panzieri e Lucio Libertini. il Partito socialista sta vivendo il passaggio dall’equilibrio instabile tra le correnti interne, stabilito dal congresso di Venezia (1957), alla definitiva affermazione della scelta per il centrosinistra (congresso di Napoli, 1959), il Partito comunista la complessa fase del dopo-Ungheria e i primi passi della via rielaborata all’ 8° congresso, l’opposizione di partiti storici, il primo tentativo (Azione comunista), presto fallito, di legare scelte e opzioni anche diverse, attorno ad un minimo comun denominatore.

Sergio DalmassoL’arcipelago delle sinistre

Partiti, gruppi, riviste

Lelio DemichelisNoi, forza-lavoro del padrone Gafam. Da Raniero Panzieri alla rete-fabbrica-integrata

Cambia e continua a mutare – oggi sembrerebbe addirittura smaterializzarsi – la forma della fabbrica. Ma in realtà (e per avere conferma di questa tesi rileggiamo ora il pensiero analitico di Raniero Panzieri, dopo averlo fatto, nelle settimane scorse con quello di Claudio Napoleoni), se sembra cambiare la forma resta invece immutata la norma di funzionamento della fabbrica, cioè: suddividere/individualizzare per poi totalizzare/integrare/connettere ciascuna parte, uomini compresi, in qualcosa di maggiore della semplice somma delle parti prima suddivise.

Ubaldo Fadini Con Panzieri. Una nota

È particolarmente da apprezzare la pubblicazione, negli ultimi tempi, di testi incentrati sulla figura di Raniero Panzieri, uno degli intellettuali militanti del movimento operaio più significativi a partire dal secondo dopoguerra e prematuramente scomparso nel 1964 (era nato a Roma nel 1921). Tra i più recenti, mi limito a segnalare lo studio di Marco Cerotto, Raniero Panzieri e i “Quaderni Rossi”. Alle origini del neomarxismo italiano, DeriveApprodi, Roma, 2021, la raccolta di testi dello stesso Panzieri, curata da Andrea Cengia, Il lavoro e le macchine. Critica dell’uso capitalistico della tecnologia, Ombre corte, Verona, 2020, la riedizione, a cura di Paolo Ferrero, di Raniero Panzieri. L’iniziatore dell’altra sinistra, Shake, Milano 2021 (la prima edizione è del 2005, Edizioni Punto Rosso, Milano: da riferimento fa però la seconda edizione del 2006, che raccoglie alcuni testi panzieriani), la raccolta, in lingua francese, Le marxisme comme expérience. Ecrits de Raniero Panzieri, con un testo di Danilo Montaldi, Eterotopia France, Paris, 2021.

Pino FerrarisRaniero Panzieri: contro il conformismo delle pratiche

Panzieri è stato organizzatore politico e dirigente negli aspri anni Cinquanta. Come direttore di Mondo Operaio, la rivista ufficiale del Psi, nel 1957-58, aprì con vigore e lucidità, dopo i fatti d’Ungheria, l’unica prospettiva di uscita a sinistra, classista e libertaria, dallo stalinismo.

Pino FerrarisRaniero Panzieri: per un socialismo della democrazia diretta

La figura di Raniero Panzieri ha avuto, nel corso degli anni e dei decenni successivi alla sua morte, un destino paradossale. Tra rimozioni e mitizzazioni, tra dispute patrimoniali e sommarie stroncature è accaduto che la sua biografia politico-culturale, che ha una robusta coerenza di fondo, sia stata spezzata, smembrata: il “meridionalista” di Palermo è stato assolutamente oscurato dall’“operaista” di Torino, il suo ruolo di dirigente politico viene scisso dalla sua attività di produttore di cultura, colui che «per tutta la vita si è dedicato al partito e che viene spinto da una sorta di disperazione a formare gruppi di altro genere»1 viene proposto come “il Battista” dei gruppi minoritari degli anni ’70.

Diego GiachettiPanzieri e le minoranze comuniste del suo tempo

L’autore si concentra su un tema di ricerca inesplorato, ovvero i rapporti che Panzieri ha avuto con le minoranze comuniste presenti alla sinistra del Partito comunista negli anni Cinquanta e Sessanta. Con bordighisti e trotskisti mantenne infatti una relazione di contatto diretto e una dialettica critica e rispettosa, individuandone i limiti ma anche il peso nella rottura della cappa staliniana del Pci, che dopo gli eventi del 1956 era percepita sempre più intollerabile da molti militanti. Analizzando elementi di convergenza e di divergenza, utilizzando materiali rari o dimenticati, Giachetti ricostruisce con precisione storica e interesse politico un pezzo significativo di quello snodo fondamentale del Novecento.

Filippo Grendene Le figure di Panzieri

Raniero Panzieri, fondatore dei Quaderni rossi, muore nel 1964, all’età di 43 anni. Di formazione filosofica, intreccia per molti versi la propria esperienza intellettuale a quella di Franco Fortini, all’interno delle residue possibilità di movimento che, nel quinquennio 1956-1961, la posizione filosovietica del PCI e le aperture al centrosinistra del PSI lasciano agli intellettuali italiani: è vicino a Ernesto de Martino e a Galvano della Volpe, iscritto al PSI, che Fortini aveva lasciato nel ’57. Come chiarisce Luca Lenzini, Panzieri rappresenta per Fortini un interlocutore fondamentale, soprattutto dopo la fondazione dei Quaderni rossi

SCAVIRaniero Panzieri. Prima, durante e dopo i «Quaderni rossi»

I primi materiali qui raccolti sono divisi in due parti. La prima, a cura di Alessandro Marucci, riguarda una indagine sulla formazione di Panzieri dagli anni della guerra al suo impegno nel Partito socialista con ruoli di direzione sia culturale che politica. La seconda è invece concentrata su una interpretazione e i contenuti della straordinaria esperienza della rivista «Quaderni rossi», da Panzieri ideata e fondata. Gli autori dei testi in questione, oltre a Panzieri sono: Marco Scavino, Alessandro Marucci, Stefano Merli (dalla rivista «Quaderni piacentini»), Toni Negri (dalla rivista «aut-aut»).

Mariamargherita ScottiUn socialista rovesciato

Raniero Panzieri tra memoria e oblio nella storia del movimento operaio italiano

Sandro ManciniL’influenza di Raniero Panzieri sulla filosofia del lavoro di Mario Miegge

Intento del presente lavoro è duplice: anzitutto indicare una matrice della filosofia politica di Mario Miegge, già nota ma ancora tutta da approfondire, ossia l’elaborazione teorica e l’esperienza politica di Raniero Panzieri; quindi focalizzarne la curvatura politica e mostrarne gli elementi di attualità.

Maria Grazia Meriggi1969 – 1989 . Dall’esplosione allo scioglimento

Significativi conflitti però preparano la svolta del ‘68/’69 a Milano. La lotta dell’Alfa nella primavera del ‘60, un lungo sciopero (ben 16 giorni) in cui i giovani operai rifiutarono l’intensificazione dei ritmi in cambio di aumenti delle tariffe di cottimo, e bloccarono le linee di montaggio dell’Alfa Romeo, comincerà a invertire la tendenza. Gli organi di stampa del Pci interessati ad ostacolare in ogni forma la legittimazione del centro-sinistra non diedero però in quei mesi alcuno spazio alla discussione sul controllo operaio, tematizzato nelle “Sette Tesi sul controllo operaio” di Raniero Panzieri e Lucio Libertini pubblicate nel febbraio ’58 su Mondo Operaio.

Giuliano GuzzoneEgemonia senza “Principe”. Su Raniero Panzieri “traduttore” di Gramsci (1944-1959)

Oggetto del presente saggio è il rapporto intrattenuto da Raniero Panzieri (1921-1964) con l’opera e il pensiero di Antonio Gramsci. Lo scopo è triplice: ci si domanderà, in primo luogo, se i percorsi di lettura da lui tracciati esibiscano un grado più o meno elevato di organicità e di correlazione con la sua complessiva elaborazione teorico-politica; in secondo luogo, se quei percorsi articolino un’interpretazione in senso proprio; in terzo luogo, se tale
interpretazione si situi con caratteri di salienza nella storia della fortuna italiana di Gramsci

Corrado BevilacquaEconomia e politica in Italia nel secondo dopoguerra

David Bidussa, Andrea Panaccione (a cura di) – Le culture politiche ed economiche del socialismo italiano dagli anni ’30 agli anni ’60

Quaderni della Fondazione G. Brodolini – LE CULTURE DEL SOCIALISMO ITALIANO

Cesare PianciolaRicordo di Raniero Panzieri

Quando arrivò a Torino nel 1959 Raniero aveva 38 anni. Era nato a Roma nel 1921 e morì improvvisamente a Torino a soli 43 anni.

Valeria TarditiRileggere Panzieri per riflettere sulla politica attuale

Dirigente di partito nel PSI e intellettuale critico nel dibattito marxista dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, Raniero Panzieri nella sua breve vita ha affrontato moltissimi temi, alcuni dei quali riguardanti il rapporto tra la classe e il partito, tra cultura e politica, la trasformazione del capitalismo e il lavoro di fabbrica e poi, ancora, quello della democrazia e della natura scientifica del pensiero di Marx. È stato definito “uomo di frontiera” o ancora “eretico testardo” in grado di sollevare questioni scomode per gli attori politici della sinistra in quella fase, ma anche capace di agire – in virtù della sua esperienza di vita – come collegamento tra la “tradizione” delle organizzazioni e della cultura del movimento operaio e “l’innovazione” di un presente e un futuro di antagonismo sociale, i cui contorni però erano ancora tutti da definire.

Paolo PellizzariL’eredità di Raniero Panzieri

In Italia, gli anni sessanta hanno lasciato il se­gno nella memoria collettiva soprattutto per la loro fase conclusiva, legata all’esperienza del­ la contestazione studentesca e operaia. Tutta­via, per comprendere la natura di quell’intenso momento della nostra storia non è possibi­le non compiere una riflessione che parta dal­l’estremo opposto di quel decennio. E che si concentri sui rivolgimenti interni alla sinistra italiana. È infatti tra la fase finale degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta che, in seno ai tradizionali rappresentanti del movimento ope­raio, si definisce un nuovo punto di vista criti­co deciso a indagare in profondità e con ap­procci eterodossi i mutamenti delle dinamiche del lavoro e della società introdotti dal boom economico. Protagonista indiscusso e propugnatore instancabile di un inedito metodo spe­rimentale è Raniero Panzieri, figura scomoda della sinistra italiana, troppo spesso sottovalu­tata, per non dire dimenticata.

Lanfranco CaminitiRaniero Panzieri in Sicilia: le fondamenta dell’operaismo

Nel dicembre del 1948 Panzieri è a Messina. Lo ha chiamato Galvano Della Volpe, che qui insegna e lo stima – entrambi provano a strizzare Marx fuori dagli schemi dell’hegelismo e dell’ossificazione ideologica –, gli vuole bene e ne conosce le ristrettezze economiche, offrendogli un incarico all’università, facoltà di Lettere: Filosofia del diritto (ne è rimasta la dispensa del corso 1949-50, Il problema dello Stato moderno – La crisi del giusnaturalismo, assemblata e revisionata tra appunti rimasti, pagine tra le carte di Norberto Bobbio e note di Nicolao Merker, che fu allievo di Panzieri e poi a sua volta professore a Messina).

Marco ScavinoRaniero Panzieri, i «Quaderni rossi» e gli “eredi”

Quando uscì il primo numero della rivista «Quaderni rossi», nel settembre-ottobre del 1961, Raniero Panzieri aveva quarant’anni di età (era nato il 14 febbraio del 1921, a Roma) ed era un personaggio piuttosto noto sul piano politico e culturale. Aveva alle spalle una carriera politica di alto livello, interamente condotta nelle file del Partito socialista italiano, al quale si era iscritto nel 1944 (alla liberazione della capitale) e in cui aveva avuto anche importanti incarichi di direzione

Mario TrontiEterodossia di Raniero Panzieri

Nel ricordo di Mario Tronti, la figura umana e politica di Panzieri, il periodo dei “Quaderni rossi” e la successiva rottura politica, alle radici dell’operaismo italiano. “Nel breve periodo aveva ragione lui. Nel periodo medio avevamo ragione noi. Sul lungo periodo avevamo torto tutti.”

Giuseppe VettoriDai Quaderni Rossi alla Monthly Review: le riviste della nuova sinistra

Settembre 1961. Diventa sempre più grave la rottura tra Mosca e Pechino; si avvertono i primi sintomi di crisi della cosiddetta “coesistenza pacifica”; il “buon” presidente Kennedy, dopo aver finanziato la fallita invasione di Cuba, si prepara a inviare i primi “esperti” in Vietnam; a livello nazionale, perdura l’illusione del “miracolo economico”, ma la forte ripresa degli scioperi denuncia clamorosamente le condizioni di sfruttamento brutale su cui il “miracolo” è stato costruito; il governo delle “convergenze parallele” marcia trionfalmente verso il congresso napoletano della DC e la consacrazione del centro-sinistra.
Il proletariato italiano – che l’anno prima, in piazza, ha spazzato via il governo Tambroni e i suoi fascisti – comincia ad accorgersi di aver regalato otto morti alla esaltante prospettiva delle riforme capitalistiche.
È in questo clima che esce il primo numero dei Quaderni Rossi, una rivista teorica pubblicata a cura di Raniero Panzieri, ad opera dell’Istituto Rodolfo Morandi, presso le Edizioni Avanti!

Lorenzo VillaniRaniero Panzieri, i “Quaderni Rossi” e la nascita del neomarxismo italiano

Intervista a Marco Cerotto autore del libro “Raniero Panzieri e i Quaderni Rossi. Alle radici del neomarxismo italiano” edito da DeriveApprodi.


Tesi di Laurea

Rita Orecchio – Il pensiero di Raniero Panzieri – Prima parteSeconda parte

Tesi di laurea – a.a. 1074-1975 – Università degli Studi di Pisa – Facoltà di Lettere e Filosofia

Andrea CengiaPer una teoria della tecnologia.

Raniero Panzieri e l’analisi marxiana dei processi produttivi – tesi di Dottorato – Università di Padova


Convegni

ConvegnoLa figura e l’attualità di Raniero Panzieri a 100 anni dalla nascita

Il 14 febbraio 1921 nasceva Raniero Panzieri. Nel centenario della nascita, questo convegno vuole riflettere sulla figura e attualità di uno dei più importanti intellettuali militanti della sinistra e del movimento operaio italiano del dopoguerra. Il convegno è introdotto dal vicepresidente del Partito della Sinistra Europea Paolo Ferrero, autore del libro Raniero Panzieri, uomo di frontiera”. Interventi di Giovanni Mottura e Liliana Lanzardo, che furono nella redazione dei Quaderni Rossi con Panzieri, Fausto Bertinotti, Maria Grazia Meriggi, Andrea Cengia, Matteo Gaddi, Luca Lenzini, Giuliana Commisso, Matteo Gaddi e Mariamargherita Scotti. I lavori coordinati da Dmitri Palagi, responsabile cultura di Rifondazione sono conclusi dal segretario nazionale Maurizio Acerbo.

Raniero Panzieri: L’iniziatore dell’altra sinistraPresentazione del libro di Paolo Ferrero

Presentazione in streaming del libro “Raniero Panzieri. L’iniziatore dell’altra sinistra”. Fausto Bertinotti, Andrea Cengia e Liliana Lanzardo ne discutono con Paolo Ferrero curatore del libro. Coordina Raf Valvola Scelsi.


Istituzioni

CSRPCentro Studi Raniero Panzieri

Il Centro Studi Raniero Panzieri nasce nel gennaio 2021 nel Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. I suoi membri appartengono ad istituzioni italiane e straniere. Lavoro e società, intesi nella loro complessa correlazione, sono l’oggetto di ricerca del Centro Studi Raniero Panzieri

Fondazione Giangiacomo FeltrinelliFondo Raniero Panzieri

Inventario